Yannick Demaria

Siamo il futuro che si difende: il futuro che si farà!

DI LOBBY, FANTASMI E “TRICKLE-DOWN”

Se collegate fra loro,  alcune delle notizie di questi giorni diventano veramente intriganti.

La prima, clamorosa, è quella dell’immediato ritiro, da parte dell’ormai ex premier inglese Liz Truss, di un progetto di aumento degli sgravi fiscali per i super-ricchi.

La seconda è la dichiarazione del capo economista della Banca centrale europea, Philip Lane, che, in un’intervista al giornale austriaco Der Standard, afferma di non essere contrario a tassare i super-redditi e i super-profitti di fronte all’esplosione dei prezzi dell’energia e all’inflazione, perché “sono le persone più povere della società che ne soffrono maggiormente”.

Il 23 ottobre, il settimanale La Domenica ci segnala che i multi-milionari a Lugano sono 460 a cui si aggiungono 31 “centi-milionari” e 3 miliardari e che, anche se di fatto nessuno li conosce e li vede, “anche i fantasmi sono i benvenuti, specie se miliardari”.

Martedì 25 la stampa svizzera ci informa che, dopo uno studio minuzioso, Lobbywatch pubblica tutti i legami di interesse fra i parlamentari svizzeri e le potenti lobby economiche, rilevando che gli esponenti dei partiti borghesi sono nettamente in testa a questa classifica. 

In Ticino, in un periodo in cui le economie domestiche sono confrontate quotidianamente con l’aumento dei prezzi (per la salute, l’energia, il cibo e l’alloggio), le destre si ostinano, contraddittoriamente, da una parte ad applicare e promettere sgravi fiscali (per i ricchi), dall’altra a invocare nuove “sforbiciate” alle spese dello Stato, che per sua natura è l’attore politico ed economico preposto alla garanzia dei servizi fondamentali e, soprattutto nei periodi di crisi,  alla protezione di tutta la popolazione e alla ridistribuzione della ricchezza.

Trickle-down, letteralmente “sgocciolamento”, è una non molto elegante espressione per significare un modello di sviluppo economico basato sulle agevolazioni fiscali dei ceti alti che – investendo nel mercato le risorse finanziarie risparmiate dalle tasse – a cascata procurerebbe dei benefici sui ceti medi e bassi. Secondo questa tesi, smentita dalla crescente concentrazione della ricchezza e dall’aumento della povertà, quando il liquido (la ricchezza) all’interno del bicchiere cresce, a un certo punto tracima e sgocciola verso il basso, provocando ricadute favorevoli sia sulla classe media come sui più poveri.

Questa teoria della “ricaduta favorevole” presuppone che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesca a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale. In realtà questa opinione, altamente ideologica e mai dimostrata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Completando la metafora, accade che, in realtà, il bicchiere quando è colmo cresce, e così gli esclusi continuano ad aspettare. 

Non è pensabile che i problemi della crisi climatica possano essere risolti esclusivamente dalla tecnologia e dall’economia attuale, così come quelli della fame, della miseria e dell’ingiustizia si risolvano grazie alla crescita del mercato e dei profitti di un’infima minoranza. Nella situazione storica attuale (globalizzazione dei mercati e finanziarizzazione dell’economia), ogni economista libero sa che l’effetto di “sgocciolamento” non si può più verificare  e noi dovremmo agire di conseguenza.

Appendice:

La quinta notizia (anche questa è vera) è che l’affresco, del 1899, raffigurante la Giovane Repubblica sul soffitto della sala del Gran Consiglio al Palazzo delle Orsoline sta perdendo i pezzi, cosa che ha richiesto un lavoro di messa in sicurezza provvisoria con una rete di protezione in particolare sul “lato destro dell’emiciclo”.

Pare che per rispettare i limiti di spesa non sia possibile iniziare con i lavori di restauro. Ci auguriamo davvero che i calcinacci pericolanti non cadano sui deputati…

Articolo apparso il 3 novembre 2022 sul Corriere del Ticino.

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