Yannick Demaria

Siamo il futuro che si difende: il futuro che si farà!

GC: INTERVENTO SUL PREVENTIVO DFE2024

Gentile Presidente, Gentili Consiglieri e Consigliera di Stato, care colleghe e cari colleghi,

i risultati della politica finanziaria e del neoliberismo, che dagli anni ’80 voi della maggioranza borghese vi ostinate a difendere, sono qui da vedere, a livello generale ed anche in Ticino.

Aumentano i prezzi, i premi per la salute e i costi per l’alloggio, aumentano i giovani che se ne vanno, aumentano i ritmi, lo stress, la precarietà e la povertà. Aumentano i problemi legati alla salute mentale di giovani e adulti.

Diminuisce il potere d’acquisto, diminuiscono i servizi alla popolazione, le certezze e le speranze, diminuisce il tempo per stare con la propria famiglia, per svagarsi, per leggere.

I pochi ricchi stanno sempre meglio, bene come mai, e noi, la maggioranza della popolazione, soffriamo sempre di più.

Questa è la situazione oggi: chissà se davvero ve ne importa??!

Un parlamento e un Consiglio di Stato che possedessero quelle virtù civili che (come da definizione) formano il vero cittadino e mantengono il buon governo, cercherebbero di invertire questa situazione. Ma questo non avviene. Anzi!

Ora dal Dipartimento dell’economia, dal Consiglio di Stato e dalla Commissione della Gestione – siete sempre voi – esce un preventivo insopportabile, che non potrà far altro che aggravare la crisi sociale.

Come se non bastasse, contemporaneamente ci avete già proposto e avete già approvato degli sgravi fiscali ai ricchi, che toglieranno nuovamente preziose risorse allo Stato! Siamo nell’assurdo e non se ne può più!

Ora la gente – anche le persone moderate, anche i vostri elettori (perché avete loro mentito, garantendo che non ci sarebbero stati dei tagli) – è più che incazzata e in piazza grida “Vergogna”, perché finalmente è caduta la maschera.

La vasta reazione popolare, di migliaia di persone, ha imposto un grandissimo imbarazzo a chi aveva sostenuto il decreto Morisoli, tanto da costringervi a relativizzarne l’urgenza e persino la paternità e a compiere una doverosa retromarcia sui tagli ai sussidi Cassa Malati.

I Ticinesi e le Ticinesi si chiedono: “Ma voi, volete davvero bene al Ticino? O questo vale solo negli slogan elettorali? Se davvero volete aiutare i Ticinesi e le Ticinesi, allora fate marcia indietro sui tagli e bocciate questo preventivo! Dite di voler lasciare i soldi nelle tasche dei cittadini; ma allora fatelo davvero! Difendete e migliorate il potere d’acquisto e la qualità dei servizi! Non regalateli ai super-ricchi o alle grandi imprese che non ne hanno bisogno.

Così non si può andare avanti! Come fate a pretendere di far pagare un debito provocato dai vostri sgravi ai ricchi, tormentando coloro che già non hanno risorse e certamente nessuna responsabilità? Come potete pretendere un ulteriore sacrificio da una classe media sempre più in difficoltà?

Vi siete dimenticati delle persone e delle loro esistenze. Altro che trickle-down…!

Una politica che voglia definirsi “civile” deve dapprima mettere al centro della sua azione i bisogni concreti dei cittadini e del territorio, per poi, in un secondo momento, determinare e trovare le risorse necessarie, stabilendo le entrate.

Voi capovolgete questo principio.

Con il mito del pareggio di bilancio voi dite alla popolazione: “Abbiamo solo questo, non possiamo spendere di più e quindi, ci dispiace, non possiamo soddisfare tutti i vostri bisogni… Vi chiediamo un po’ di sacrificio e un po’ di solidarietà…”

Questo non è “civile” e non ha nulla di “solidale”. Così facendo, tradite e distruggete il patto sociale! E bisognerebbe aver paura di questo: il patto sociale è ciò che trasforma ogni individuo in cittadino, superando il contratto leonino, così definito da Rousseau, iniquo perché basato sulla forza e non sul diritto; nel quale – cito dall’enciclopedia Treccani – il  ricco ottiene dai poveri l’impegno a porsi sotto il suo unilaterale dominio e che non fa altro che consacrare lo stato di cose esistente, segnato dall’ineguaglianza e dall’ingiustizia.

Se c’è qualcuno che può “sacrificare” qualcosa, certamente non siamo noi giovani, con le vostre proposte di tagli negli istituti per minorenni, nei trasporti pubblici, nei centri psico-educativi,…

Certamente nemmeno lo devono essere gli istituti per persone con disabilità, gli impiegati, i docenti, il personale sociosanitario e chi lavora al servizio della popolazione!

Se c’è qualcuno che può e deve “sacrificare” qualcosa, sono i ricchissimi e i grandi patrimoni.

Nel primo canto dell’Inferno, a ostacolare il viaggio di salvezza di Dante, prima dell’intervento della “ragione” (Virgilio), appare, assieme a una lonza e a un leone, una lupa, che rappresenta la cupidigia: la brama smisurata di denaro.

Il Dante scrittore condanna senza appello chi, pur avendo moltissimo, anche il superfluo, vuole accumulare sempre di più, senza contribuire con il dovuto all’equilibrio sociale, economico e civile.

La lupa è la sintesi dei mali più gravi che esistono nella società. È “la bestia senza pace”, che “molte genti fé già viver grame” (nella miseria); e sua natura è “sì malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo ‘l pasto ha più fame che pria” (I, 97-99).

Voi approverete il preventivo.

Approverete dei tagli reali su dei bisogni reali.

Approverete una politica neoliberista.

Approverete le vostre stesse contraddizioni.

Per quanto ci riguarda, esprimendo tutto il nostro dissenso nei confronti del preventivo e di questo modo di fare politica, vi assicuriamo che continueremo a resistere e a mobilitarci.

Noi saremo qui dentro e saremo là fuori per raccontare come davvero stanno le cose.

Vi ringrazio molto per l’attenzione.

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